Ultima modifica Domenica 24 Aprile 2011 08:10
20 dic 2009
UN DIO CHE MI ENTUSIASMA
Scritto da Piergiorgio |
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La differenza – cito a memoria – non è tanto tra credenti e non credenti, affermava il cardinal Martini, ma fra persone pensanti e quanti non lo sono. È di questi giorni, la notizia, che si trovano in vendita bambolotti in materiale plastico, in tutto simili a neonati o poco più grandi, per coppie che non possono avere figli. Non c’è che dire: all’idiozia non c’è alcun limite. Allora io credo che quel bambino nato a Betlemme duemila anni fa, e che per i credenti è il Dio fatto uomo, forse ha ancora qualcosa da dirci. Ha qualcosa da dirci un Dio che per rivelarsi assume la fragilità e l’ordinarietà della nostra stessa condizione.

 Un Dio che si annuncia non ai grandi, ai sazi, ai gaudenti, ma alla feccia del tempo, i pastori. Come dire, gli zingari, i rom, gli extracomunitari dell’epoca, dicendo loro: vi annunzio una grande gioia. È nato per voi, oggi, il Salvatore e questo è il segno: lo troverete avvolto in fasce in una mangiatoia. Beh, cosa volete che vi dica? Un Dio così, a me sta simpatico. Un Dio che si mette, fin dai suoi primi giorni di vita, dalla parte dei perdenti e che dice loro di rallegrarsi perché li ama, è un Dio che mi entusiasma. Allora uno può anche non credere che quel bambino sia Dio fatto uomo, ma può certo sperimentare la verità di quel annuncio: e cioè che quello che ci costituisce in umanità, è lo stare dalla parte degli sconfitti e operare per la loro liberazione; per la loro piena integrazione nel consorzio civile, riconoscendo per tutti e per ciascuno, il diritto a vivere una vita pienamente realizzata. Ai miei quattro lettori, credenti o meno, ma spero persone pensanti, auguro pienezza di vita e un Natale dalla parte dei pastori, perché provino la gioia del dono di se stessi, unica misura della propria realizzazione umana. Buon Natale.

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