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Si può cadere in una situazione di disagio nel momento più inaspettato della vita e quando meno ce lo si aspetta. Le ragioni per le quali si può finire in mezzo ad una strada, a fare il vagabondo, il clochard, il “barbone” o la persona senza fissa dimora che dir si voglia, possono essere innumerevoli e seguono le molteplici traiettorie della personale esperienza. Ogni essere umano ha un proprio percorso, un travaglio, un cammino che si possono spiegare facilmente o ripercorrendo le tortuose vie di un viaggio inestricabile: è difficile sondare e valutare le motivazioni che spingono a determinate scelte così “dure” e faticose, sovente, primo passo per un viaggio senza ritorno…

… La rappresentazione della vita di queste persone, magicamente resa da Piergiorgio Bortolotti, si alimenta di una sostanza poetica, dolorosamente legata alla constatazione che il cammino dell’Uomo è faticoso ma può offrire spiragli di speranza capaci di illuminare la notte più buia e scaldare il cuore nel giorno più freddo: le parole di Piergiorgio Bortolotti sono penetranti anche nella semplice raffigurazione, nella labile percezione, nella descrizione d’un dettaglio e il suo guardo, sempre attento ed acuto, coglie lame di luce sui volti e sulle esistenze dei suoi personaggi, semplici vagabondi in questa peregrinazione terrena…

Dalla prefazione di Massimo Barile

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