Ultima modifica Domenica 24 Aprile 2011 08:12
10 mar 2010
ZELANTI
Scritto da Piergiorgio |
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Succede a Trento, ma avviene, ne sono certo, anche altrove in tante altre parti. Chissà a cosa pensava Hamed, lo chiameremo così, ma è un nome di fantasia, mentre attraversava la strada l’altra sera, per recarsi in quel rifugio di fortuna dove, assieme ad tanti altri passava le sue notti per ripararsi dal freddo. Quelli come lui sono soltanto ombre che attraversano le nostre strada, che qualche volta riusciamo anche a raffigurarci, sia pure per un istante, quando, magari alterati, o per aver bevuto un bicchiere di troppo, o perché in stato confusionale (vorrei vedere noi al loro posto!) capita che la cronaca ce li sbatta sotto gli occhi.

 E certamente Hamed non era tra quelli che passavano del tutto inosservati. Qualunque fossero stati i suoi pensieri, sogni o tormenti, che lo accompagnavano quella sera, verso quel suo rifugio, sono stati improvvisamente spenti, lasciando a terra un corpo esanime, senza documenti. Così si è fatto avanti un suo amico, suo pari “grado”; sì, insomma un altro “clandestino” come piace chiamare costoro a tanta brava gente. Per fare cosa? Per identificarlo, dargli un nome. Per piangere il suo dolore per la perdita di una persona, che per l’interessato, non era solo un’ombra; un numero; un corpo morto. E che succede? Succede che lo zelo per la legge, fa compiere, ai suoi tutori, un gesto davvero sconveniente: l’arrestano perché irregolare. Processo rapido, condanna a cinque mesi (magnanimità della giustizia!) in considerazione del fatto che l’arresto è avvenuto in circostanze “particolari”. Non c’è che dire! Ci lamentiamo che la giustizia in Italia è lenta e farraginosa. Quando mai! Per i poveri cristi, stando anche solo all’esempi riportato, pare davvero non sia così.

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